II. ASCOLTARE

L’ascolto è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi. Verso chi la nostra Chiesa particolare è “in debito di ascolto”? Come vengono ascoltati i Laici, in particolare giovani e donne? Come integriamo il contributo di Consacrate e Consacrati? Che spazio ha la voce delle minoranze, degli scartati e degli esclusi? Riusciamo a identificare pregiudizi e stereotipi che ostacolano il nostro ascolto? Come ascoltiamo il contesto sociale e culturale in cui viviamo?

ASSEMBLEA PARROCCHIALE PARROCCHIALE IN PREPARAZIONE AL SINODO
DOMENICA 23 GENNAIO

“BEATI QUELLI CHE SONO NEL PIANTO, PERCHÉ SARANNO CONSOLATI” (MT 5,4)

Anche questo secondo incontro inizia con un’invocazione dello Spirito Santo e con una preghiera alla Madonna per chiedere il dono dell’ascolto.

Ascoltiamo, quindi, insieme l’introduzione alla seconda Beatitudine “Beati quelli che sono nel pianto”. L’afflizione a cui Gesù fa riferimento è quella generata da un dolore interiore che porta l’individuo a vivere un tempo di lutto per la morte di un familiare o di una persona cara, la partecipazione alla malattia altrui, una situazione avversa, il peccato, proprio o di altri. Gli afflitti sono quegli uomini che amano Dio ed il prossimo, e che sono vulnerabili e vulnerati a causa del loro amore. Le parole conclusive della beatitudine indicano chiaramente che è Dio l’autore della consolazione, che consiste nel rovesciamento della disgrazia in cui la persona si trova e nel superamento del dolore e del lutto, rivelando tutta la potenza ma anche la tenerezza di Dio. L’espressione “saranno consolati” indica che la felicità per queste persone è letta in chiave futura, con il rovesciamento della loro condizione, ma già il pensiero della futura consolazione ridimensiona la sofferenza e offre già al presente una certa consolazione. Accettare di vivere il dolore della propria vita è accettare la vulnerabilità, aspettando da Dio il superamento di questa condizione. Fare esperienza di questa beatitudine è fare esperienza del carattere personale ed amoroso di Dio.

Segue la lettura del Vangelo dedicato all’apparizione alla Maddalena, come possibile compimento di questa beatitudine. Maria di Magdala piange sulla tomba di Gesù, presa dalla disperazione perché non le rimane neppure il cadavere da venerare. Il dolore la rende incapace di riconoscere la presenza del Risorto e di ricordare la promessa fatta da Gesù.

Finito l’ascolto della Parola, ci dividiamo in piccoli gruppi per il momento di confronto sulle domande legate a quello che esprime la Parola letta:
– Chi/cosa consola il mio cuore?
– Sappiamo ascoltare il Signore che ci parla attraverso coloro che piangono e che ci risvegliano dal sonno dei nostri sterili lamenti?
In un primo momento di condivisione, ognuno racconta agli altri la propria esperienza e riflessione su come vive il legame fra la Parola e le domande che sono state poste.
Segue un secondo giro di confronto in cui i partecipanti esprimono quanto risuona in loro di ciò che è stato detto dagli altri.
Infine, un terzo giro, in cui ci si domanda in sintesi cosa lo Spirito Santo sta dicendo a noi, quello che ci suggerisce per i passi da fare nella direzione di un cammino comune, per evitare di piangere su noi stessi e cercare di diventare, invece, sempre più capaci di ascoltare la chiamata del Signore.

Con questi tre “giri” finisce il confronto e ci ritroviamo in Chiesa per la preghiera conclusiva, grati per aver potuto ascoltare lo Spirito Santo ascoltandoci reciprocamente.
Diamo appuntamento per la prossima assemblea pastorale a tutti coloro che vogliono cogliere l’opportunità di camminare insieme in questo percorso di reciproco ascolto che coinvolge tutto il popolo di Dio.